almaacco del giorno accade a treviso e molti non lo sanno o fanno finta di non sapere
Si sprecano le parole e le prese di posizione dopo gli avvenimenti di sabato 16 maggio a Treviso. La risposta politico/sociale la daremo in una conferenza stampa collettiva il prossimo fine settimana. Visto però il putiferio scatenatosi sui giornali, come ADL-Cobas di Treviso e Centro Sociale UBIKLAB intendiamo precisare quanto segue:
1. Non è vero che il corteo non era autorizzato: Martedì 5 maggio sono andato personalmente a notificare la manifestazione in Questura, dopo aver avvisato Abdallah Kezraji che volevamo partecipare alla manifestazione di piazza Vittoria con un corteo dalla Stazione. Lunedì 11 maggio vengo contattato dalla Questura che riferisce che la CGIL non ci vuole in Piazza. Allora richiamo Kezraji che, dopo aver contattato Barbiero, mi dice che non c’è problema, è tutto risolto. Non ho ricevuto alcun divieto o alcuna prescrizione dalla Questura. 2. Sabato 16 maggio al pomeriggio il Vicequestore ci dice che possiamo andare in corteo fino al ponte San Martino; lì troviamo una camionetta di traverso e la celere schierata. Eravamo senza camion e amplificazione ma loro pretendevano di far passare una persona, scortarla in piazza Vittoria e poi farne passare un’altra, affermando che “questa era la volontà della CGIL”. 3. Di fronte alle “forche caudine” abbiamo insistito per andare in Piazza Vittoria ma sono partite le cariche con cui i celerini hanno mandato un ragazzo all’ospedale, ferito molti manifestanti e qualche loro stesso funzionario che si è messo in mezzo per frenarli. 4. Quando sono riuscito a oltrepassare il cordone di celere, dopo tre cariche, ho visto e sentito personalmente Barbiero arrivare e dire “lasciateli passare” e solo allora il cordone di Polizia si è aperto, mentre il corteo ormai aveva fatto un altro giro. 5. A quel punto, coi lividi delle manganellate, anche gli animi erano caldi. In piazza è successo che molti migranti in modo autonomo hanno deciso di improvvisare un’assemblea per discutere sulla violenza subita. Non volevano accettare che si facesse finta di niente e hanno deciso di andare a dirlo sul palco ma i confederali hanno negato loro decisamente la parola. Allora è partita la contestazione finchè, piuttosto di farli parlare, la CGIL ha preferito sospendere la manifestazione.
Chi c’era lo sa com’è andata, non ci sono veline che tengano. Avevamo creduto che fosse possibile manifestare contro le leggi razziali e questo clima pesantissimo di xenofobia andando oltre le sigle, le organizzazioni, tutte, compresa la nostra. Ma al Ponte San Martino è scattata una vera e propria provocazione premeditata. Perché? La CGIL non perde il vizio totalitario e stalinista? Il Questore voleva farsi bello con Maroni che vuole “cattiveria” contro i migranti? Il Vicequestore vuole far carriera? Di certo sentir rispolverare l’armamentario di “infiltrati, autonomi, violenti, indagini ed espulsioni” fa molta tristezza.
Invece gli avvenimenti di Piazza Vittoria hanno a che fare con la democrazia e la partecipazione. I lavoratori migranti hanno dato una prova di maturità, rivendicando la parola, per denunciare le violenze subite dalla Polizia e quelle quotidiane nei posti di lavoro, all’ufficio stranieri e così via. Di sicuro ai capetti sindacali e a quelli che fanno i soldi con progetti, localini e cooperative non fa piacere che i migranti si organizzino e abbiano voglia di lottare. Vogliono solo una massa di manovra. Ma, come diceva un operaio nigeriano sabato scorso, “Non capite che la gente non ce la fa più, siete seduti su di una bomba ad orologeria?”
Questo Blog e' nato nel novembre 2007 per seguire le avventure di quattro veneti per un anno alla conquista dell'Australia. Bozzo, Gian, Lore e Miki. L'Australia ha invece conquistato Bozzo, che ora vive in Gold Coast. Gian adesso vive ad Auckland, in Nuova Zelanda e Michi sta cercando la sua via a Madrid. Lore ha trovato lavoro a Follina, e se riuscira' a limitare gli effetti ed i danni dell'alcool e del kite surf, mettera' su casa, famiglia, etc...
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almaacco del giorno accade a treviso e molti non lo sanno o fanno finta di non sapere
Si sprecano le parole e le prese di posizione dopo gli avvenimenti di sabato 16 maggio a Treviso.
La risposta politico/sociale la daremo in una conferenza stampa collettiva il prossimo fine settimana. Visto però il putiferio scatenatosi sui giornali, come ADL-Cobas di Treviso e Centro Sociale UBIKLAB intendiamo precisare quanto segue:
1. Non è vero che il corteo non era autorizzato: Martedì 5 maggio sono andato personalmente a notificare la manifestazione in Questura, dopo aver avvisato Abdallah Kezraji che volevamo partecipare alla manifestazione di piazza Vittoria con un corteo dalla Stazione. Lunedì 11 maggio vengo contattato dalla Questura che riferisce che la CGIL non ci vuole in Piazza. Allora richiamo Kezraji che, dopo aver contattato Barbiero, mi dice che non c’è problema, è tutto risolto. Non ho ricevuto alcun divieto o alcuna prescrizione dalla Questura.
2. Sabato 16 maggio al pomeriggio il Vicequestore ci dice che possiamo andare in corteo fino al ponte San Martino; lì troviamo una camionetta di traverso e la celere schierata. Eravamo senza camion e amplificazione ma loro pretendevano di far passare una persona, scortarla in piazza Vittoria e poi farne passare un’altra, affermando che “questa era la volontà della CGIL”.
3. Di fronte alle “forche caudine” abbiamo insistito per andare in Piazza Vittoria ma sono partite le cariche con cui i celerini hanno mandato un ragazzo all’ospedale, ferito molti manifestanti e qualche loro stesso funzionario che si è messo in mezzo per frenarli.
4. Quando sono riuscito a oltrepassare il cordone di celere, dopo tre cariche, ho visto e sentito personalmente Barbiero arrivare e dire “lasciateli passare” e solo allora il cordone di Polizia si è aperto, mentre il corteo ormai aveva fatto un altro giro.
5. A quel punto, coi lividi delle manganellate, anche gli animi erano caldi. In piazza è successo che molti migranti in modo autonomo hanno deciso di improvvisare un’assemblea per discutere sulla violenza subita. Non volevano accettare che si facesse finta di niente e hanno deciso di andare a dirlo sul palco ma i confederali hanno negato loro decisamente la parola.
Allora è partita la contestazione finchè, piuttosto di farli parlare, la CGIL ha preferito sospendere la manifestazione.
Chi c’era lo sa com’è andata, non ci sono veline che tengano.
Avevamo creduto che fosse possibile manifestare contro le leggi razziali e questo clima pesantissimo di xenofobia andando oltre le sigle, le organizzazioni, tutte, compresa la nostra.
Ma al Ponte San Martino è scattata una vera e propria provocazione premeditata. Perché? La CGIL non perde il vizio totalitario e stalinista? Il Questore voleva farsi bello con Maroni che vuole “cattiveria” contro i migranti? Il Vicequestore vuole far carriera?
Di certo sentir rispolverare l’armamentario di “infiltrati, autonomi, violenti, indagini ed espulsioni” fa molta tristezza.
Invece gli avvenimenti di Piazza Vittoria hanno a che fare con la democrazia e la partecipazione. I lavoratori migranti hanno dato una prova di maturità, rivendicando la parola, per denunciare le violenze subite dalla Polizia e quelle quotidiane nei posti di lavoro, all’ufficio stranieri e così via.
Di sicuro ai capetti sindacali e a quelli che fanno i soldi con progetti, localini e cooperative non fa piacere che i migranti si organizzino e abbiano voglia di lottare. Vogliono solo una massa di manovra. Ma, come diceva un operaio nigeriano sabato scorso, “Non capite che la gente non ce la fa più, siete seduti su di una bomba ad orologeria?”
ADL - Treviso
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che i more tuti
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